Abbiamo già incontrato Cén Cān ( o Cén Shēn) 岑 參 in una poesia di Lĭ Bái 李 白 : “Si versi il vino!”. ( 將 進 酒 “jiāng jì jiŭ”) .Egli è infatti uno degli amici che il poeta invita a mescere senza sosta:
“Tu, Cén il maestro, e tu, Dān Qiū lo studente,
versate vino! Versate, non vi fermate!”.
Cén Cān, conosciuto anche come Cén Jiāzhōu 岑 嘉州, nacque a Nányáng 南 陽, nell’odierna provincia del Hénán 河 南, nel 710 d.C., ma si trasferì più tardi a Jiānglíng 江 陵 ( oggi Jīngzhōu 荊 州 nel Húbĕi 湖 北 ).
Il padre Cén Zhí 岑 植 apparteneva ad un’importante famiglia di funzionari, ma morì quando il figlio era ancora bambino, lasciandolo in modeste condizioni economiche.
Cén Cān studiò con assiduità e, recatosi a Cháng’Ān 長 安 all’età di vent’anni, vi conseguì, nel 744 d.C., il diploma di “jìnshì” 進 士.
Nel 751 d.C. incontrò i poeti Gāo Shì 高 適 e Dù Fŭ 杜 甫 , dei quali divenne buon amico.
Durante la rivolta di Ān Lúshān 安 祿 山 , fu inviato in Asia Centrale, ai confini occidentali dell’Impero, dove svolse, per circa un decennio, compiti militari, assicurando, in successione, il comando di alcuni avamposti. Sconfitti i ribelli, fu ricompensato per la sua fedeltà all’Imperatore, con numerosi incarichi in provincia, fino al pensionamento, avvenuto nel 768 d.C.
Morì nel 770 d.C.
Le sue poesie giovanili sono idilliache descrizioni di paesaggi. Quelle dell età matura riflettono invece la dura esperienza della vita in regioni desolate e delle continue campagne militari contro i barbari della steppa.
Incontrando un messaggero diretto alla capitale
Penso alla mia vecchia casa a Cháng’Ān, (1)
al lungo cammino verso oriente. (2)
Gli abiti sono ormai consunti,
gli occhi sono pieni di lacrime. (3)
Ci incontriamo per caso a cavallo.
Non ho con me carta né pennello,
ma gli affido un messaggio verbale:
“Riferisci che tutto va bene”.(4)
逢 入 京 使 féng rù jīng shĭ
故 園 東 望 路 漫 漫 , gù yuán dōng lù màn màn
雙 袖 龍 鐘 淚 不 乾 shuāng xiù lóng zhōng lèi bù gān
馬 上 相 逢 無 紙 筆 , mă shàng xiāng féng wú zhĭ bĭ
憑 君 傳 語 報 平 安 píng jūn chuán yŭ bào píng ān
NOTE
1) La casa del poeta a Cháng’Ān è indicata con l’espressione 故 園 (“gù yuán”, “il vecchio giardino”).
2) L’espressione “penso all’oriente, quant’è lungo il cammino" (東 望 路 漫 漫 “dōng wàng lù màn màn”) ci fa capire che la poesia è stata composta negli anni tra il 756 d.C. ed il 766 d.C., quando Cén esercitò funzioni di comandante militare nelle estreme regioni occidentali dell’Impero.
3) Il verso contiene due metonimie: 雙 袖 ( “shuāng xiù”“ due maniche”) per “abiti” e 龍 鐘” (“lóng zhōng”) “decrepito”,”senile” per “vecchio”, “lacero”, “consunto”. La giustapposizione di “abiti consunti” e “lacrime non asciutte”( 淚 不 乾 “lèi bù gān”) mostra come la vita nella steppa sia logorante materialmente (per le durissime condizioni di vita) e moralmente ( per la nostalgia del paese lontano).
4) L’ultimo verso sembrerebbe in contraddizione con i precedenti, ma così non è. Il poeta intende semplicemente dire: “ Fai sapere ai miei che, nonostante tutto, la salute è buona e non sono in pericolo”.