Ā Chéng 阿城, nato a Pechino il 5 aprile 1949, è un famoso scrittore cinese.
In un suo saggio intitolato “Chiacchierate sulla letteratura”( 闲话闲说 “xiánhuà xiánshuō”) esamina il rapporto tra la poesia Táng e la musica.
La poesia Táng come musica
A mio parere, le poesie dell’epoca Táng si sono conservate in così gran numero ed i loro versi sono ben più popolari di quelli delle epoche successive perché in quel periodo giunse in Cina una nuova musica.
La poesia dell’epoca Táng era una “poesia cantata”. Si diceva infatti “ mettere in musica una poesia”. Una volta che i versi erano stati adattati ad una melodia, potevano essere cantati e si diffondevano immediatamente.
Leggiamo in un “racconto”(1) dell’epoca Táng che Wáng Zhīhuàn (2) ed altri due famosi poeti, mentre si ristoravano in una locanda, udirono improvvisamente che, a qualche tavolo di distanza, un gruppo di cortigiane si era messo a cantare delle canzoni e scommisero tra di loro quale dei tre sarebbe stato più rappresentato nella rassegna canora.
La poesia dell’epoca Táng è considerata il colmo della raffinatezza, ma, di fatto, era assai vicina alle canzonette di oggi, quelle che si cantano nei karaoke.
Quando Bái Jūyì arrivò a Cháng’Ăn, il celebre letterato Gù Kuàng (3) si burlò di lui dicendogli”:Qui a Cháng’Ān non è facile vivere senza spendere”.
Era un gioco di parole costruito sul nome di Bái Jūyì (4) che, letteralmente faceva riferimento al costo della vita molto elevato nella capitale, ma, in realtà, alludeva all’accanita concorrenza tra i poeti che componevano canzoni alla moda.
I versi di Bái Jūyì erano semplici, facili da capire. Si narra che, dopo aver terminato le sue poesie, le leggesse a delle donnette analfabete e a dei bambini per verificare che fossero chiare e comprensibili.
Se avesse composto delle liriche soltanto per farle ascoltare ai suoi amici, quale concorrenza ne sarebbe potuta sorgere?
È chiaro che la poesia dell’epoca Táng aveva un importante aspetto commerciale, ma ciò non ne pregiudicava affatto l’eccellente qualità: un prodotto scadente non avrebbe resistito sul mercato.
La dinastia Táng ci ha lasciato più di cinquantamila poesie, opera di più di duemila poeti. Se tali poesie hanno avuto una così larga diffusione, ciò è dovuto al fatto che erano penetrate profondamente nella vita quotidiana.
Lo stile raffinato dei Táng ha impregnato la loro epoca di uno splendore tumultuoso. Ciò spiega, senza dubbio, almeno in parte perché quel periodo non abbia prodotto alcun filosofo e assai pochi pensatori.
NOTE
1) Sotto la dinastia Táng si diffuse un genere letterario chiamato “chuánqí” 传奇, rappresentato da racconti che si ispiravano a miti, leggende, credenze e superstizioni popolari.
2) Wáng Zhīhuán 王之渙 (688 d.C.-742 d.C.) è famoso per la sua poesia “Sulla torre della cicogna” (登鸛雀樓 “dēng guàn què lóu”)
3) Gù Kuàng 顧況 (circa 727 d.C.- circa 816 d.C.) fu un celebre poeta dell’epoca Táng.
4) Il nome del poeta è composto da tre caratteri 白居易 “bái jū yì” che possono significare, rispettivamente, “a titolo gratuito” 白, “vivere” 居 e “facile” 易. Basta aggiungere una negazione per ottenere la frase 白居不易 “bái jū bú yì”: “non è facile vivere senza spendere un soldo”.
我想唐代多诗,语句比后世的诗通俗,是因为新的音乐进来。
唐诗应该是唱的,所谓“装腔”,类似填词,诗配腔,马上就能唱,流布开来。
唐传奇里有一篇讲到王之涣与另外两个大诗人在酒楼喝酒,听到旁边有一帮伎女唱歌,于是打赌看唱谁的诗多。
我们觉得高雅的唐诗,其实很像现在世俗间的流行歌曲、卡拉.
白居易到长安,长安的名士顾况调侃他说“长安米贵,白居不易”,意思是这里米不便宜,留下来难哪,这其实是说流行歌曲的填词手竞争激烈。
白居易讲究自己的诗通俗易懂,传说他做了诗要去念给不识字的妇女小孩听,这简直就把通俗做了检验一切的标准了。
做诗,自己做朋友看就是了,为什么会引起生存竞争?看来唐朝的诗多商业行为的成分,不过商品质量非常高,伪劣品站不住脚。
唐代有两千多诗人的五万多首诗留下来,恐怕靠的是世俗的传唱。
唐的风采在灿烂张狂的世俗景观,这似乎可以解释唐为什么不产生哲学家,少思想家。